Spettacoli di fine laboratorio
Intrigo – 2019
“Intrigo”
spettacolo di fine laboratorio
‘il corpo scenico, teatro e bioenergetica’
spettacolo di fine laboratorio
‘il corpo scenico, teatro e bioenergetica’
Intrigo, ispirato da ‘Sangue sul collo del gatto ‘ di R.W. Fassbinder, indaga sulle relazioni umane e sociali che animano la quotidianità, tanto oscure e complicate, quanto ordinarie e abituali.
Il testo originale, crudo e pungente, è stato adattato e ampliato di contenuti e visioni, sottolineando quanto la diversità e la normalità vivano confini sempre poco definiti.
‘Intrigo’ porta in scena l’incomunicabilità dell’essere umano, l’ incapacità di comunicare a se stessi e agli altri, chi si è in realtà.
In scena, personaggi senza nome, ruoli sociali facilmente riconoscibili ( il poliziotto, l’amante, la vedova, la figlia,…), legati tra loro da relazioni ed intrecci al limite del grottesco.
Spetterà a Phoebe Zeitgeist, figura enigmatica dai tratti poco umani, accompagnare lo spettatore alla scoperta di ‘parole e vicende’, svelando le disabilità emotive che caratterizzano questo tempo.
Il testo originale, crudo e pungente, è stato adattato e ampliato di contenuti e visioni, sottolineando quanto la diversità e la normalità vivano confini sempre poco definiti.
‘Intrigo’ porta in scena l’incomunicabilità dell’essere umano, l’ incapacità di comunicare a se stessi e agli altri, chi si è in realtà.
In scena, personaggi senza nome, ruoli sociali facilmente riconoscibili ( il poliziotto, l’amante, la vedova, la figlia,…), legati tra loro da relazioni ed intrecci al limite del grottesco.
Spetterà a Phoebe Zeitgeist, figura enigmatica dai tratti poco umani, accompagnare lo spettatore alla scoperta di ‘parole e vicende’, svelando le disabilità emotive che caratterizzano questo tempo.
Adattamento testo e regia
Alessandra Cocciolo Minuz
Alessandra Cocciolo Minuz
Con gli allievi Alessandra Marzo, Beppe Suppa, Carolina Attanasio, Giovanni Papadia, Luisa Verrienti , Mary Manno, Samuele Greco, Stefano Magnolo , Viviana Sindaco
Voice off Serena Manieri
Disegno luci
Claudio Lettere
Scenografia
Sasina
Disegno luci
Claudio Lettere
Scenografia
Sasina
UBU RE da Alfred Jarry – 2018
Adattamento testo e regia Alessandra Cocciolo Minuz
con gli allievi de ‘Il Corpo Scenico: teatro e bioenergetica’
Alessandra Marzo, Beppe Suppa, Carolina Attanasio, Giovanni Papadia, Mary Manno, Serena Manieri, Samuele Greco, Viviana Sindaco
L’Ubu re di Alfred Jarry, dramma del 1896, è considerato un punto di partenza dell’avanguardia storica teatrale, così come il suo autore un rivoluzionario e innovatore. L’opera sfugge talmente agli schemi del teatro classico da farla sembrare quasi non-teatro. Se ci si ferma alla trama di Ubu roi, non si vede niente più che una storia come tante, dove un mediocre e rozzo generale, sobillato dall’ambiziosa moglie, uccide il proprio re e ne prende il posto. Subirà poi la reazione del figlio del re ucciso, che con l’appoggio di un alleato, lo sconfiggerà costringendolo all’esilio. Da Macbeth in poi una storia banale, verrebbe da dire. Ma è nel contesto di questa storia che trovano rappresentazione le più basse meschinità dell’uomo, le sue miserie e le sue contraddizioni. La rivoluzione di Jarry, tuttavia, non è tanto il “cosa” ma il “come”.
Sulla scena è tutto esagerato e innaturale: la declamazione, i gesti, i costumi, i cambi luce improvvisi, le musiche e gli effetti sonori ricorrenti e ossessivi.
E’ il grottesco a farla da padrone.
Sulla scena è tutto esagerato e innaturale: la declamazione, i gesti, i costumi, i cambi luce improvvisi, le musiche e gli effetti sonori ricorrenti e ossessivi.
E’ il grottesco a farla da padrone.
Scheggia di vetro – 2015
‘Scheggia di vetro’ è un canto amaro di un tempo passato. Di voci spossate, di suoni taglienti, di ritmi ossessivi. È un fermo immagine non più a colori. La storia di un giorno, la storia di sempre: uomini e donne, animati dai ritmi cadenzati del lavoro, degli affetti, uniti nella fatica e nella risata…ombre senza voce che si alternano a corpi fieri spinti da una vitalità senza tempo. Cosa resta di ciò che è stato, solo una scheggia di vetro lo sa…