Spettacoli per adulti
CARNE VIVA, mi sussurrò Jarry quando mi apparve in sogno – 2019
scritto e diretto ALESSANDRA COCCIOLO MINUZ
Obiettivo primario dei Poteri, che manovrano ed intessono i nostri oggi e i nostri ieri, è sempre quello di addomesticare lingue e corpi, bisogni e priorità.
Così l’attualità ricalca ciò che è già stato: l’uomo e la donna placcati e sottomessi, espropriati nell’ Essere e nell’ Esserci; su un terreno psicologico di massa, soggiogati negli istinti e ingabbiati nei desideri: risulta difficile oggi bersagliare la morale coercitiva.
Come individui siamo alla mercé di imperativi collettivi che animano i nostri schermi ma non i nostri corpi, illusioni di libertà estreme, condanne alla frustrante inettitudine sessuale.
In scena, uomini e donne, animali insoddisfatti, raccontano il ballo dei poteri e dei doveri tra luci e ombre, immagini e simboli, richiami al passato e balzi nel presente, imperscrutabili memorie e silenti verità, un’ incursione ne ‘Il Supermaschio’ di Alfred Jarry trova eco ne ‘l’Urlo’ di Tinto Brass, propositi di suggestioni collettive e malinconiche realtà mentre Wilhelm Reich, da sfondo, traccia la via della consapevolezza, riconoscendo all’orgasmo la funzione primordiale della vita e svelando il fallimento umano ‘..i nostri genitori, i nostri nonni hanno cercato ripetutamente di abbattere il muro dei mali sociali con ogni tipo di teorie sociali, programmi politici, riforme, risoluzioni e rivoluzioni. Ogni volta hanno fallito miseramente, neanche uno dei tentativi di migliorare il destino umano ha avuto successo. Anzi, peggio ancora, a ogni tentativo la miseria si è fatta più profonda e il disordine è aumentato….Noi abbiamo fallito miseramente nel tentativo di costruire un nuovo orientamento di vita…ci siamo incatenati con le nostre mani mentre cercavamo disperatamente di conquistare la libertà …Non c’è più speranza, dunque? La speranza c’è, e grande anche, se solo avremo il coraggio e l’onesta di ammettere il nostro miserabile fallimento ’ ( W. Reich)
con ANITA ANNIGONI, BEPPE SUPPA, SERENA MANIERI, SAMUELE GRECO
Musiche di scena: Alessandra Cocciolo Minuz
Scenografia, maschere: Sasina, Carolina Attanasio
Disegno luci: Claudio Lettere
Costumi: Maria Manno
Trucco: Viviana Sindaco
Non vedo con i tuoi occhi – 2009
Di e con Alessandra Cocciolo Minuz e Rossana Colonna; regia di Alessandra Cocciolo Minuz.
Embrione della messinscena è una riflessione laica sull’oggi. Il leit motiv è la responsabilità di non tacere. Il proposito è la rivendicazione di un diritto alla diversità, la denuncia contro diffuse cecità.
La Santa Sede è protagonista indiscusse delle trame sottili della Storia: da secoli, da millenni. Nessuna concessione di libertà, autonomia, consapevolezza o voglia di alternative. Abili oratorie e pulpiti riveriti continuano ad ammansire epoche, scardinare abilità critiche, censurare alternative, immolando l’Uomo e snaturandone le potenzialità.
Obiettivo primario dei Poteri, che manovrano e intessono i nostri oggi, è sempre quello di addomesticare. Approfondisci…>>
Ombre Sonore – 2015
Installazione presso la Distilleria de Giorgi – San Cesario di Lecce.
In video le allieve del laboratorio teatrale “Corpo scenico: teatro e bioenergetica”
Testi e voce: Alessandra Cocciolo Minuz
Elaborazioni sonore: Giancarlo Perrone Zakà
Riprese video: Paola Restelli
Teleburatto – 2007
“Teleburatto” nasce dal preciso intento di far dialogare maschere e burattini, per stregare grandi e piccini ed aiutarli a meglio capire il mondo che viviamo…nconsapevoli di quanto la televisione abbia liberato i suoi tentacoli, offuscando e spegnendo passioni ed entusiasmi. Presenteremo riflessioni moderne con linguaggi passati ma che, in epoche meno buie di quella attuale, hanno illuminato menti ed infiammato piazze.
“TeleBuratto” vede protagonisti i personaggi più illustri della Commedia dell’Arte. In quest’avventura il guitto Zanni, il Borioso Balanzone, il canzonatore Brighella, l’allegro Arlecchino, il chiacchierone Pulcinella, dopo aver scoperto le loro origini, impattano con il mondo dello spettacolo. Approfondisci…>>
Atl’anti’i-dea – 2004
Testi di A. Artaud, F. Nietzsche, Platone.
Allestimento teatrale interattivo e multimediale, dove gli attori si discostano dal tradizionale “calcare la scena” per divenire pulviscolo, riflettente immagini in proiezione sui loro corpi.
L’intento di Atl’Ant-I- Dea (dea dell’anti-idea) è portare alla luce quella umanità genuina, pura, serena, che l’uomo del nostro tempo ha oramai dimenticato ed insabbiato.
Le creature di Atlantide demoni del mondo sommerso, al contempo seme e grembo, guida alla scoperta del nuovo mondo, giungono sulla terraferma.
Ma il cambio di stato, traumatico e improvviso, li sottrae alla realtà ovattata che li ha cullati e li catapulta in dimensioni a loro del tutto sconosciute. Approfondisci… >>
Medea – 1999/2004
Le difficoltà nel rendere “Medea” non più testo per pochi e consapevoli spettatori di buona cultura, ma visionabile da un più vasto pubblico, sono state molteplici.
Nel trasporre questo testo nel contemporaneo, allontanandosi, quindi, dall’originale scelta propositiva di quel passato , a noi così lontano e a volte incomprensibile, abbiamo visto nell’analisi antropologica dell’attore moderno la logicità dell’allestimento, sondandone i suoi bisogni, la sua emotività, la sua espressività e comunicabilità. Convinti dell’impossibilità di sovrapporre l’attore della tragedia greca a quello moderno sul piano della comunicabilità, abbiamo ritenuto interessante trasporre tale rapporto sul piano dell’emotività derivante dal “soma-phonos” (corpo-suono) ritenendolo alla base del nostro intendere il teatro. Approfondisci… >>
Voc’Azione – 2001
Il rapporto con il trascendente ha caratterizzato l’intima evoluzione umana, con le liturgie e le preghiere canonizzate, l’uomo ha incanalato il bisogno recondito di relazionarsi con il Divino.
La Parola, quindi, ha tradotto e comunicato sentimenti, emozioni, e quelle dimensioni interiori fortemente irrazionali, diventando, inevitabilmente, depositaria di una “verità” arrogantemente celebrata come “assoluta”.
La razionalità nella parola, come atto giustificatore di umane interpretazioni. Come e quale via bisogna seguire perché il bisogno di Trascendenza rimanga un fatto estremamente intimo e personale, senza pretendere di razionalizzarlo? E’ inevitabile non pensare all’irrazionalità della musica, alle vibrazioni sonore (esteriori) e mentali (interiori). Approfondisci… >>