Medea
Le difficoltà nel rendere “Medea” non più testo per pochi e consapevoli spettatori di buona cultura, ma visionabile da un più vasto pubblico, sono state molteplici.
Nel trasporre questo testo nel contemporaneo, allontanandosi, quindi, dall’originale scelta propositiva di quel passato , a noi così lontano e a volte incomprensibile, abbiamo visto nell’analisi antropologica dell’attore moderno la logicità dell’allestimento, sondandone i suoi bisogni, la sua emotività, la sua espressività e comunicabilità. Convinti dell’impossibilità di sovrapporre l’attore della tragedia greca a quello moderno sul piano della comunicabilità, abbiamo ritenuto interessante trasporre tale rapporto sul piano dell’emotività derivante dal “soma-phonos” (corpo-suono) ritenendolo alla base del nostro intendere il teatro. Allontanandoci dall’anacronistica analisi psicologica di questi personaggi, e quindi da una visione stanislavshijana, abbiamo demandato all’attore il compito di relazionarsi con le umane passioni, l’amore, l’odio, l’ira, il terrore, l’amicizia – che caratterizzano la “Medea” di Euripide consacrando la passionalità; umana – attore che, si è abbandonato al suo “essere animale”, acuendo l’istinto, liberando quell’aggressività selvaggia e quella felinità ammaliatrice che tali sentimenti suscitano.
Il corpo-sonoro dell’attore danza i ritmi tipici della tragedia greca, coinvolgendo lo spettatore nella celebrazione dell’emotività umana. “Medea” è uno spettacolo interattivo, dove i corpi degli attori disegnano angosce e liberazioni, accompagnando lo spettatore nell’esplosione catartica di tutti i suoi sensi.
Euripide volle colorare le emozioni di rosso- sangue e passione-, di nero – morte e lutto -, di bianco -catarsi ed ascesa alla divinità -, noi ne abbiamo condiviso sostanzialmente questi tre elementi, proiettandoli, come succedeva realmente nell’antica tragedia, in spazi naturali, preferibilmente colline,campagne o scavi archeologici di indubbio impatto scenico.
Rappresentato nei siti archeologici:
Cripta SS. Stefani, Poggiardo (Le)
Scavi di Egnazia, Fasano (BR)
Antiche mura del Porto Adrianeo, San Cataldo (Le) nell’ambito del LECCEARTFEST